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DEPOSITO SCORIE RADIOATTIVE A MONTALTO DI CASTRO: ANALISI DEL RISCHIO

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LE RAGIONI DEL POSSIBILE CONSENSO

 E’ possibile che esista chi possa aderire alla messa in opera del DEPOSITO per queste ragioni:

-caso A      i cittadini sono disinformati

-caso B.    qualcuno ne potrebbe trarre vantaggio immediato (di varia natura)

-caso C.     esiste chi pensa all’oggi e non gli interessa che il proprio tornaconto nell’immediato ignorando  ciò che pagheranno i figli, i nipoti, tutte le generazioni future.

-caso D.    chi si lascia ingannare dai vantaggi annunciati in termini di lavoro e “benessere”, tralasciando    di dire i costi sociali che graveranno sul luogo (è questa un usuale strumento di convinzione che continuerà ad essere utilizzato. Si rimanda ad un articolo del blog a firma del prof. Di Giorgio circa la valutazione di tali benefici).

-caso E.  Montalto è già stata scelta per collocare una Centrale, si può pensare che non si trovino tanti ostacoli all’inserimento di questo progetto per l’assuefazione e passività della popolazione (argomento, questo che potrebbe essere tra i parametri ottimali, seppur non manifesti, dei decisori finali).

Solo con una opinione forte,  consapevole e ben informata si può fronteggiare e dissolvere questo scenario. E’ compito delle forze civiche del territorio opporsi ad ogni costo alla possibilità del consenso per le ragioni che seguiranno.

E’ essenziale far emergere le motivazioni (cioè i casi elencati sopra) che “animano”i possibili sostenitori del Deposito allo scopo di controbattere con efficacia la loro posizione.

 PERCHE’ E’ NECESSARIO OPPORSI 

 Quali sono i rischi di una tale iniziativa? Possiamo elencarli uno ad uno indicando anche il livello di rischio ed il grado di probabilità di accadimento, il danno provocato.

Ma 2 concettI devono esser chiari fin dall’inizio:

  • Lo scopo di costruire un Deposito per le scorie consiste nella esigenza di evitare una migrazione dei radionuclidi dalla geosfera alla biosfera con la conseguenza di diffondere effetti nocivi da parte delle radiazioni ionizzanti. Il criterio di costruzione è quello di limitare al massimo la probabilità che il danno di una concentrazione possa raggiungere livelli preoccupanti. Generalmente il rischio complessivo dipende dal prodotto di due fattori: probabilità dell’accadimento di un eventuale danno e entità del danno. Nel caso in esame l’entità del danno presenta un effetto irreversibile per cui anche a livelli bassi di probabilità il rischio risulta di entità elevata. A differenza di danni normali (incendi,rilascio di gas, distruzioni, calamità naturali..) che possono essere fronteggiati seppur con dispendio di energie, il danno provocato da migrazione radioattiva nella biosfera costringerebbe il territorio ove insiste il deposito ad una evacuazione di qualche centinaio di anni.

 

  • L’area di gravitazione rispetto al deposito, data la natura particolare del rischio risulta ben più vasta dei semplici confini amministrativi comunali o provinciali che siano. Ciò costringe tutti i comuni limitrofi (40-50 km) ad essere portatori di interesse alla opposizione dell’intervento.

 

 

 

 

 MAPPA DEI RISCHI E DEI DANNI PER LA POPOLAZIONE DI OGGI E DELLE FUTURE GENERAZIONI.

 

 RISCHIO DI IMMAGINE

Il  progetto della Centrale alimentata ad energia nucleare non è mai partito ma, di fatto, il territorio è stato, nell’immaginario collettivo, associato al nucleare. Il territorio, tuttavia, ha saputo fronteggiare questa immagine ed il danno è rimasto contenuto. Se il DEPOSITO sarà effettuato si consoliderà l’idea di un area “a vocazione nucleare”. I marchi di qualità (Olio, Melone, Asparago, Aziende Biologiche) vedranno vanificare la loro certificazione. Andiamo verso un mondo dove sempre più il luogo di provenienza dovrà essere indicato come prova di sicurezza per il consumatore. Anche i prodotti che oggi sono venduti in modo generico  dovranno esibire il luogo di produzione.

L’Area di Gravitazione ” usufruirà a titolo gratuito” di una denominazione di origine protetta del tutto tipica:  DENOMINAZIONE DI ORIGINE RADIOATTIVA’.

I produttori agricoli, i commercianti, le cooperative, le aziende biologiche saranno “tutelate” dalla presenza perpetua di questo marchio!!

La probabilità di questo rischio è elevatissima, il danno di immagine è rappresentato dal calo delle vendite del territorio.

 RISCHIO DELLO STATO STAZIONARIO.

 La scelta del luogo avviene attraverso vari parametri: bassa popolazione dell’area, vie di comunicazione facili, assenza di siti industriali che potenzialmente possono causare disturbi al DEPOSITO.

Nel momento in cui il DEPOSITO è realizzato l’Area di Gravitazione non potrà subire alterazioni tali da compromettere i parametri di scelta del luogo. Ciò significa:

  • Limiti alla estensione demografica ad abitativa dell’area ( con evidenti impatti sul turismo e le seconde case)
  • Limiti alle perforazioni, ricerche idriche, energetiche (con evidente impatto sull’agricoltura)
  • Limiti allo sviluppo tecnologico (con impatto su tutte le possibilità innovative ( da qui ad oltre 2 secoli. Pensate a quante possibilità innovative possono esistere fra un secolo!!).
  • Limiti al sorvolo di aerei a bassa quota.

 

Il costo dello stato stazionario è minore di un effetto disastro radioattivo (abbandono del territorio)ma certo è di elevato danno che supera ogni supposto limite di beneficio.

 RISCHIO SANITARIO INDIPENDENTE DAl DANNO AL DEPOSITO.

In numerosi altri articoli del blog si chiarisce da parte del prof. Angelo Di Giorgio questa tematica. In questa sede si fornisce una rapida sintesi dell’argomento.

  I dati dimostrano incontrovertibilmente che il territorio di Montalto di Castro, già fortemente colpito dai  dati epidemiologici, non è in grado di sostenere un ulteriore fattore di rischio per la salute correlabile alla realizzazione di un deposito di scorie nucleari delle proporzioni descritte. Il potenziale  inquinamento ambientale derivante dall’impianto è da considerare per le sue intrinseche caratteristiche il peggior fattore di rischio possibile: 

la dispersione nell’ambiente di radioattività contribuirebbe a potenziare in maniera specifica gli inquinanti già presenti nel territorio determinandone un rischio concreto di ulteriore aumento della incidenza di tumori maligni attualmente già significativamente alta rispetto alla media nazionale per circa le metà della tipologia di tumori maligni considerati nei vari registri tumori.

La probabilità dell’evento è elevata ed il danno è facilmente comprensibile!

Il trasporto effettuato con mezzi speciali continuato nell’arco di vari anni ( 8 trasporti speciali al giorno) può essere causa di attività di rilascio di radioattività.

RISCHIO DI DEPERIMENTO STRUTTURALE E DI INCIDENTE AL DEPOSITO.

 Il criterio guida che dovrebbe essere seguito per minimizzare il rischio risiederebbe in questo principio:

  • Isolare i rifiuti dalla biosfera per un tempo sufficiente a garantire che un eventuale ritorno dei radionuclidi non provochi livelli di esposizione inaccettabili (criterio del rischio).Garantire una limitazione di dose di radiazione entro dati livelli(criterio della dose).
  • Assicurare alle future generazioni livelli di protezione previste per quelle attuali (Etica della responsabilità nei confronti delle generazioni future: ciò che l’attuale generazione consente ricadrà sule spalle di chi ancora deve venire al mondo).

I criteri di sicurezza che possono garantire l’osservanza del principio esposto presentano tutti un problema sostanziale:

le conseguenze radiologiche dei sistemi di smaltimento dovendo essere valutate a lunghissimo termine, ovvero 150-300 anni,non possono essere previsti con certezza dal momento che dipendono da ipotesi sulla integrità dei rifiuti, dalle caratteristiche di durabilità delle barriere nei tempi indicati,dalla geologia, dalla dispersione delle acque sotterranee, dalle sicure evoluzioni della biosfera (attività umane in particolare) e dai futuri stili di vita della 4-5 generazioni a venire.

In sostanza: la scala dei tempi non è usuale per permettere previsioni fidate. La scienza geologica ed archeologica sono abituate a calcolare con tempi lunghissimi ma il loro oggetto è il passato, non il futuro.

LA SCALA DEI TEMPI RENDE IMPOSSIBILE CONDIVIDERE UNA DECISIONE IN BASE AI CALCOLO EFFETTUATI NEL PRESENTE.

Ne deriva che l’Etica della responsabilità verso le future generazioni per le scelte oggi fatte non può essere mantenuta decretando il fallimento del principio sopra esposto.

L’incertezza, si può obiettare, è comune a tutte gli scenari futuri. Ma il problema che qui si pone, come è stato detto, è che il rischio conseguente ad una fuoriuscita è devastante (territorio in abbandono).

La probabilità di accadimento di un evento dannoso può essere posta a confronto con il danno. In termini generali esiste normalmente un’area “accettabile” dove la probabilità dell’evento negativo è alta ma il danno è limitato. In questo caso il danno è tale da annullare l’area di accettabilità. Come abbiamo già indicato, ai vari livelli di probabilità degli eventi possibili corrisponde, comunque. un danno irreversibile.

Le cause che possono innescare un danno possono essere individuate nel:

  • DEPERIMENTO STRUTTURALE DEL DEPOSITO
  • CALAMITA’NATURALI
  • ATTIVITA’UMANE

Il DEPOSITO può costituire causa di danno per l’intrusione umana e conseguente contatto con i radionuclidi. Può essere causa per deperimento della struttura e conseguente risalita rapida per le faglie di materiale radioattivo o per lisciviazione delle acque sotterranee(risalita lenta).

Le CALAMITA’NATURALI possono realizzarsi sottoforma terremoti (a Tuscania è accaduto), sottoforma di problemi idrogeologici oggi difficilmente prevedibili, di erosione della costa (in parte in atto), di mutamenti climatici che, dati i tempi lunghi, possono alterare le condizioni con le quali oggi si è costruito l’impianto (si pensi anche alla siccità e al possibile aumento di calore), si pensi anche alle inondazioni (Fiora, Arrone).

Le ATTIVITA’UMANE possono essere causa consapevole o inconsapevole. L’escavazione di pozzi agricoli potrebbe essere una interfaccia fra geosfera e biosfera nel senso che il pozzo intercetta la carica radioattiva a valle dell’impianto di smaltimento. Riguarda possibili trivellazioni, attività minerarie. A ciò si aggiungano incidenti aerei ( anche i meteoriti presentano una probabilità comunque diversa da zero) o atti colposi o di natura belligerante.  CHI E’ OGGI IN GRADO DI DIRE CHE NON CI SIA, NEL PROSSIMO SECOLO, UN CONFLITTO SUL MEDITERRANEO SEPPUR LIMITATO E CIRCOSCRITTO CHE POSSA CAUSARE UNA CADUTA DI MISSILI SU OBIETTIVI SENSIBILI?  L’arco temporale così lungo  permette di ipotizzare scenari oggi a bassa probabilità.

 Ma l’elemento più preoccupante è la “perdita di memoria sociale”. Dopo 50 anni dalla sigillazione del deposito è molto probabile che la vigilanza attiva venga meno subentrando un periodo di vigilanza passiva ed esponendo a serio rischio l’impianto.

La probabilità che l’attività umana , attività inconsapevole o colposa, sia causa del danno può essere calcolata bassa ma, comunque esiste. Il danno di un evento a bassa probabilità (che, comunque,può accadere, specie nell’arco lunghissimo di oltre un secolo!!) è IRREVERSIBILE causando l’abbandono del territorio.

IN CONCLUSIONE.

Gli italiani hanno con il Referendum  impedito le’utilizzo delle Centrali nucleari.

La Centrale di Montalto non è mai stata attivata con tale energia.

Ora, dopo vari anni, l’area dovrebbe “convertirsi”in un un DEPOSITO che, date le sue proporzioni ed i tempi di decadimento della radioattività,costituisce una CONCENTRAZIONE DI RADIOATTIVITA’ ENORME.

ABBIAMO EVITATO UNA CENTRALE NUCLEARE SALVANDO UL TERRITORIO DAL RISCHIO RADIOATTIVITA’

OSPITIAMO OGGI UN RISCHIO MOLTO PIU’ELEVATO CHE COSTRINGE A VINCOLI  DRAMMATICI L’AGRICOLTURA, IL TURISMO, IL COMMERCIO.

VIETA POSSIBILITA’ FUTURE (150-300 ANNI!!)DI INNOVAZIONI TECNOLOGICHE.

NON GARANTISCE LE FUTURE GENERAZIONE DALLLA DEVASTAZIONE DI UN AREA DESTINATA ALL’ABBANDONO IN CASO DI DANNO AL DEPOSITO.

IL DANNO, ACCIDENTALE O COLPOSO CHE SIA HA, NELL’ARCO TEMPORALE DI 5-6 GENERAZIONI,HA COMUNQUE PROBABILITA’ DI ACCADERE.

 SEPPUR BASSA E’ LA PROBABILITA’L’EFFETTO RISULTA IRREVERSIBILE E PRESENTA UNA DEVASTAZIONE MASSIMA.

UN BOMBARDAMENTO DISTRUGGE MA SI PUO’ SEMPRE RICOSTRUIRE CIO’ CHE E’ DANNEGGIATO.

LA CONTAMINAZIONE RADIOATTIVA E’ LA MORTE BIOLOGICA DI UN AREA. DOPO 300 ANNI, FORSE, SI PUO’SPERARE DI RIABITARE! 

MENTRE L’ITALIA ED IL MONDI SI APPRESTANO AD USCIRE DALL’INCUBO COVID, LA TUSCIA SI APPRESTA A SOPPORTARE UNA MINACCIA CHE SE SI TRASFORMASSE IN REALTA’ DIVEREBBE UN INCUBO PERMANENTE PER QUESTA GENERAZIONE E PER LE GENERAZIONI DA QUI AI PROSSIMI TRECENTO ANNI.

 

                                                                                                                                                                   Carlo Alberto Falzetti