it IT en EN fr FR de DE pt PT es ES

AUDIZIONE SOGIN PER IL DEPOSITO NAZIONALE DEI RIFIUTI RADIOATTIVI

Stella inattivaStella inattivaStella inattivaStella inattivaStella inattiva
 

Il 6 aprile si sono riunite in seconda sessione le Commissioni Ambiente e Attività Produttive per concludere l’audizione dei rappresentanti della Sogin sulla pubblicazione della Carta delle Aree Potenzialmente Idonee (CNAPI) ad accogliere il Deposito dei Rifiuti Radioattivi.

La Sogin era rappresentata dal Presidente, Luigi Perri,  e dall’Amministratore Delegato, Emanuele Fontani, che ha sostenuto la relazione e risposto alle domande dei parlamentari facenti parte delle commissioni.

Le domande da parte dei membri delle commissioni hanno riguardato diversi aspetti connessi ai criteri adottati da Sogin per la individuazione delle Aree Potenzialmente Idonee, come era logico aspettarsi, dal momento che la metodologia  seguita in particolare per la individuazione e lo scoring di idoneità dei vari siti identificati come papabili è del tutto arbitraria e suscettibile di critiche ragionevoli.

Al di là delle risposte scontate da parte di Sogin, tese a giustificare i criteri adottati, è emerso chiaramente che la individuazione di 67  siti sul territorio italiano è in gran parte frutto di un esercizio accademico.

Infatti, come ha ribadito l’AD, le isole vanno escluse in quanto correlate al problema dei trasporti, come anche le  aree con classificazione sismica 2, fatto che sempre in base ai criteri di Sogin ridimensiona il  numero dei siti papabili a 23 , tutti di fascia di idoneità A, la migliore.

Sarebbe stato più logico e trasparente indicare soltanto le aree classificate come più idonee e restringere soltanto a queste la discussione di fattibilità.

I siti che sono nel mirino della Sogin sono ben chiari ed individuabili nel coacervo di documenti presentati nella CNAPI e fanno riferimento precipuamente alla Provincia di Viterbo .

Vale la pena ricordare che nel viterbese sono state individuate ben 5 aree con score A1(molto buone) e 2 con punteggio A2(buone). Di queste sette, ben quattro risultano incluse nel Comune di Montalto di Castro  :  3 in classe A1  e 1 in classe A2

Dalle risposte fornite ai parlamentari che interloquivano sul problema è emerso chiaramente che il vero criterio di scelta della Sogin è  stato dettato dalla opportunità economica: occorre realizzare un UNICO deposito nazionale, e non più di uno, allo scopo di economizzare sulla costruzione e sulla gestione;  occorre realizzarlo sul continente, dal momento che il trasporto marittimo è più costoso e complicato e rischierebbe di rendere necessarie onerose opere portuali.  Resta il trasporto misto ferroviario e stradale,  che sarà quello privilegiato. In particolare il trasporto su strada sosterrà il maggior carico e per questo motivo, la scelta di un’area situata nell’Italia Centrale offrirà le migliore garanzie circa la limitazione della percorrenza e i disagi comportati dai trasporti speciali o eccezionali necessari per il conferimento al Deposito delle scorie radioattive.

L’ AD Fontani ha infatti chiaramente sottolineato l’importanza del Lazio come “Baricentrico”, sottolineando con particolare enfasi la valenza economica della scelta oltre che strategica in relazione alla collocazione territoriale dei depositi temporanei oggi in essere sul territorio nazionale (Fig1).

audizione

Risposte formali più che sostanziali sono state fornite alle osservazioni circa l’impatto sul sistema agricolo, con particolare riferimento alle colture di pregio, e circa la valutazione dell’Indice di Pressione Ambientale, sostanzialmente ignorato dai criteri di scelta Sogin.

Nessun quesito è stato posto sul problema dei benefici territoriali e occupazionali, salvo un accenno al potenziamento di settori stradali interessati dal trasporto delle scorie, realtà che in ogni caso non favorirebbe le popolazioni locali se non in maniera estremamente marginale, trattandosi di assi viari destinati esclusivamente al Deposito.

Nessun accenno è stato fatto al problema della sicurezza ambientale e dei rischi per la salute dei territori, fatto che a rigor di logica appare fra i più rilevanti in assoluto, in relazione ai potenziali rischi di contaminazione ambientale. Questo problema è oggetto attualmente di approfondite riflessioni e studi scientifici, che nel prossimo futuro saranno in grado di delineare con maggiore chiarezza i veri problemi del possibile rilascio in ambiente  di radioattività da depositi di scorie nucleari.

Nessun quesito è stato posto sullo svolgimento della procedura di scelta del sito in caso di eventuale fallimento della iniziativa Sogin a fronte della opposizione unanime dei territori  interessati.

Mentre sorprendentemente  da parte dell’AD è stato fatto più volte riferimento alla eventualità di dover gestire le autocandidature fra i siti identificati.

Ad oggi, stando alla ufficialità delle notizie, soltanto il Comune di Trino Vercellese ha fatto richiesta di accoglimento del Deposito, ma ne è di fatto escluso, dal momento che le aree delle Centrali nucleari dismesse  sono escluse tassativamente dai criteri Sogin. La motivazione è correlata al fatto che le centrali nucleari dismesse sono vicine a corsi d’acqua. Fatto anche questo contestabile dal momento che se le centrali nucleari erano considerate sicurissime quando erano in funzione non risulta comprensibile come non possano continuare ad esserlo quando dovessero funzionare come deposito inerte.

Sarà curioso verificare se davvero un Comune fra quelli identificati come papabili vorrà autocandidarsi e se addirittura, come sembra far trapelare l’AD  Sogin,  sarà necessaria una scelta fra più autocandidati.  Finora i Comuni indicati nella CNAPI si dichiarano contrari alla realizzazione dell’opera e si stanno organizzando, da soli o in coordinamento con altri confinanti, per produrre in sede di Consultazione Pubblica le loro ragioni di contrarietà. Tuttavia non si può escludere che l’AD abbia notizie diverse  e che effettivamente, anche se non ancora per vie ufficiali, ci siano state dimostrazioni di interesse da parte di alcune delle aree indicate dalla CNAPI.

In definitiva l’audizione ha avuto toni blandi e la durata stessa dell’evento probabilmente non ha consentito di approfondire la moltitudine di temi che sicuramente sarà posta sul tavolo da quanti parteciperanno alla Consultazione Pubblica. La posizione della Sogin è stata ribadita senza alcuna flessione o concessione nei confronti delle giuste richieste dei  parlamentari delle commissioni. Qualche modifica con esclusione di alcune aree potrebbe essere presa in considerazione soltanto se parametri essenziali di valutazione fossero sostanzialmente cambiati nelle more della scelta definitiva.  Si è avuta la netta impressione di quanto probabilmenbte accadrà in sede di Consultazione Pubblica a settembre: la Sogin si trincererà dietro le sue scelte, ribadendo quando possibile il crisma dei criteri internazionali e quando no l’obbiettività delle sue scelte circa i criteri di analisi di idoneità delle aree. Appare probabile che l’obbiettivo sia già stato ben identificato e su quello la Sogin farà convergere con tutte le sue forze la scelta, concedendo agli altri territori che si opporranno la giusta  e mirata soddisfazione ad escludendum.

Sta ai Sindaci in primis occuparsi con forte impegno del problema, meglio se coordinati, dotandosi delle migliori competenze per i settori sui quali si dovrà discutere in sede di Consultazione.

L’ideale sarebbe poter fruire di un coordinamento Provinciale, dal momento che gli interessi riguardano l’intero comparto provinciale e non soltanto il singolo Comune.  Per un singolo Comune, competere da solo con Sogin risulterebbe esiziale.

Qualora dalla Consultazione Pubblica non derivasse alcuna scelta condivisa il problema si porrebbe in maniera molto rischiosa  con possibili contenziosi anche di natura legale di difficile gestione, che vedrebbe il Comune/i Comuni ricorrenti in grave difficoltà. A  quel punto il testimone passerebbe nelle mani del governo e in mancanza di decisioni condivise entro tempi accettabili e sulla scia della necessità di corrispondere alle direttive europee potrebbero scaturire decisioni impositive nei confronti dei Comuni  meno attrezzati nel far valere le proprie ragioni.

firma di giorgio