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Deposito Nazionale Rifiuti Radioattivi: sogno o realtà

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I SUPPOSTI BENEFICI DERIVANTI DALLA REALIZZAZIONE DEL DEPOSITO NAZIONALE DEI RIFIUTI RADIOATTIVI E DELL’ANNESSO PARCO TECNOLOGICO

La realizzazione del Deposito Nazionale dei rifiuti radioattivi  e dell’annesso Parco Tecnologico proposto da Sogin consentirà di concentrare in una unica sede tutte le scorie derivanti  sia dalla dismissione delle centrali nucleari e dall’attività industriale, sanitaria e di ricerca che utilizza materiale radioattivo.

Per questo motivo si prevede la costruzione di un’opera di dimensioni  notevolissime, in grado di accogliere 95.000 mc di residui radioattivi, e di cui 78.000 mc di residui a bassa o molto bassa intensità e  17.000 mc a media e  alta intensità di emissione.

Questi saranno collocati nel Complesso Stoccaggio Alta attività (CSA), per lo stoccaggio di lungo periodo.

Il costo stimato dell’opera è di 900 milioni di euro.

Analogamente ad altre nazioni europee, la realizzazione di depositi di scorie radioattive prevede compensi per le zone interessate e per le zone limitrofe, al fine di ridurre danni e disagi correlati alla realizzazione e gestione di queste particolari opere pubbliche.

La necessità di interventi economici e normativi atti a sostenere e rifondere per quanto possibile le comunità in seno alle quali questi  impianti  vengono introdotti è universalmente riconosciuta. La gestione di impianti di questa natura, proporzionalmente alle loro dimensioni, costituiscono palesemente motivo di rischio sanitario per le popolazioni che ne vivono a contatto e comportano effetti negativi  sull’ economia locale e sull’immagine che ne deriva.

Ovviamente non è corretto generalizzare e possono anche verificarsi casi in cui l’accoglimento del deposito può essere considerata una opportunità, specie per aree dalla economia depressa, caratterizzate da contesti privi di attrattiva turistica o con limitate possibilità di sviluppo economico legate alla scarsità di opportunità, di infrastrutture adeguate o alla bassa densità abitativa.

Inoltre, in Europa si sono verificati casi in cui siti idonei all’accoglimento di depositi radioattivi si siano autoproposti e casi in cui ci sia stata competizione fra più siti per ottenere la realizzazione nel loro contesto dei siti di stoccaggio.

Ma questa è l’eccezione e in genere, come è facilmente intuibile, le aree  prescelte tendono a resistere ben consce delle conseguenze dei problemi legati alla convivenza con tali realizzazioni. È palese che la realizzazione di depositi  di rilevante grandezza, come ad esempio quello proposto da Sogin, sono destinate a marchiare indelebilmente i siti di accoglienza  e a condizionarne il futuro, destinato inesorabilmente ad una economia compatibile esclusivamente con quanto è correlabile alla presenza del deposito e alla sua gestione. In sostanza per la gran parte delle aree in cui i depositi vengono realizzati ,progressivamente si osserverà la scomparsa o la riduzione di attività inconciliabili anche con la sola immagine legata alla radioattività, come ad esempio le attività turistiche , mentre potranno resistere soltanto quelle poche che non subiranno danni diretti o indiretti dalla presenza dei siti di stoccaggio.  Tutto questo va correlato al problema di maggiore rilevanza che è rappresentato dall’impatto sullo stato di salute delle popolazioni dell’area prescelta e di quelle limitrofe. Impatto che varia di intensità in rapporto allo stato sanitario pregresso: esistono zone, come ad esempio la Tuscia, dove l’elevata incidenza di malattie neoplastiche, correlata a particolari caratteristiche ambientali di base, non può essere compatibile con l’ulteriore carico di rischi connesso  alla presenza del Deposito Nazionale.

Sono questo in sintesi i motivi per cui Sogin deve prevedere  metodi di compensazione per le comunità che  si troveranno a convivere per sempre o almeno per periodi lunghi con giacimenti di scorie radioattive di proporzioni gigantesche, tenendo conto delle normative vigenti in proposito.

Le finalità e le modalità con cui la Sogin intende programmare ed erogare i supposti benefici connesi alla realizzazione ella gestione del DN PT sono descritte in tre documenti che meritano una dettagliata analisi:

  1. documento DN GE 00053 :Deposito Nazionale e Parco Tecnologico – Benefici occupazionali
  2. documento DN GE 00054: Deposto Nazionale e Parco tecnologico-Ipotesi di benefici diretti e sviluppo territoriale
  3. documento DN PT 00089- Parco Tecnologico-indicazioni di massima delle strutture e dei potenziali benefici.

 

Come è evidente anche dalla semplice denominazione dei documenti: “...ipotesi...”, “...indicazioni di massima...” si tratta di valutazioni che non hanno carattere definitivo e, almeno per quanto riguarda la legislazione italiana in materia, al di là della enunciazione di principi atti alla tutela delle zone “colpite” dalla costruzione del DN PT, risultano scarse le indicazioni precise, atte a chiarire cosa, quanto e chi potrà essere risarcito.

Si tratterà alla fine di una operazione commerciale, in cui i rischi correlati alla salute e la cancellazione di attività economiche incompatibili con la presenza del Deposito saranno discussi e prezzati con  quotazioni al rialzo per le aree che hanno molto da perdere e pretese più moderate per aree  già economicamente depresse o poco ricche di opportunità.

Come già, in particolare nel Comune di Montalto di Castro,  è stato sperimentato per la costruzione della centrale nucleare prima e per quella policombustibile poi, anche in questo caso le profferte preliminari, magari vaghe ma allusive,  lasciano intravedere mirabolanti vantaggi per tutti, scenari futuri di assestamento economico e di benessere, salvo poi rivelarsi oggetto di feroce contrattazione con le amministrazioni comunali interessate e  alla fine meno vantaggiose di quanto inizialmente si poteva sperare.

Se Sogin si è peritata, e non poteva farne a meno, di elaborare documenti, che per quanto confusi, trattano l’argomento di eventuali compensi, il cui valore  come è più  volte sottolineato dalla stessa Sogin andrà bilanciato con i mirabolanti benefici indotti dalla presenza dell’impianto di per sé, appare macroscopicamente evidente l’assenza della analisi dei danni potenziali e reali che la presenza del Deposito potrà indurre, proprio per i quali i compensi sono stati previsti per legge.

Pertanto, in questa fase, le valutazioni sulla documentazione Sogin atte a valutare le compensazioni dovute per i danni potenziali e reali sono lontane da essere sufficienti a elaborare giudizi di convenienza per le parti “offese” e  in pratica saranno tarate sulle caratteristiche socio -economiche del sito/siti prescelti. L’esito finale sarà il risultato più di un compromesso che vedrà partecipi numerosi attori oltre i comuni interessati, a partire dalla politica , ai sindacati, dall’industria, che della applicazione puntuale di regole e principi fissati per legge.

In ogni caso l’analisi puntuale dei documenti Sogin sui benefici merita, in particolare da parte dei   comuni papabili per l’accoglimento del DN PT, valutazioni approfondite al fine di chiarire gli interessi in gioco e portare a conclusioni chiare e nette sull’atteggiamento da tenere nei confronti della proposta : resistere o accettare consapevolmente. Questo, unitamente alla valutazione di tutti gli altri elementi di valutazione, in primis lo stato sanitario, è il compito più rilevante per i sindaci interessati. A loro spetta la responsabilità politica e morale della valutazione e la elaborazione dei documenti atti alla partecipazione alla Consultazione  pubblica prevista, trattandosi dei responsabili più direttamente interessati al problema e alla tutela delle proprie comunità

firma di giorgio