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Deposito Nazionale Rifiuti Radioattivi: benefici inconsistenti

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I BENEFICI E LO SVILUPPO DERIVANTI DALLA REALIZZAZIONE DEL DEPOSITO NAZIONALE DEI RIFIUTI RADIOATTIVI: UNA RIDDA DI IPOTESI CONFUSE NELLA DOCUMENTAZIONE SOGIN.

Il secondo documento di Sogin relativo ai benefici derivanti dalla costruzione e gestione del Deposito Nazionale  e Parco Tecnologico (DN PT) a favore dell’area di insediamento della struttura e dei territori circostanti è contraddistinto dalla sigla:  documento DN GE 0054: Deposito Nazionale  e Parco Tecnologico-Ipotesi di benefici diretti e sviluppo territoriale.

È singolare constatare come  Sogin giustifichi nella introduzione del documento  le motivazioni degli indennizzi riservati ai siti ospitanti.

Il frammento del testo originale qui riportato vale più di qualsiasi commento sull’ evidente atteggiamento di ipocrisia che lo sottende.

E’ infatti ormai consolidata, in tutti i Paesi nei quali è in corso la realizzazione di depositi per rifiuti radioattivi, l’adozione di un sistema di benefici diretti ed indiretti per le comunità che ospitano questi impianti, non solo come indennizzo per la porzione di territorio occupata, ma anche per «la crescente consapevolezza che le comunità che accettano di compiere un servizio essenziale per il Paese ospitando un impianto per la gestione di rifiuti radioattivi (soprattutto un deposito finale) hanno il diritto di ricevere forme di valore aggiunto, per potenziare il proprio benessere economico e sociale”

Secondo Sogin , quindi, gli indennizzi sono destinati agli espropri necessari al reperimento delle aree ed anche a premiare quelle comunità che meritano di potenziare il proprio benessere socio-economico dal momento che  si mettono a disposizione dello Stato, accettando di accogliere il DN PT.

A prescindere dal fatto che il risarcimento per gli espropri delle aree necessarie non è una concessione ma un dovere trattandosi di un passaggio di proprietà, appare singolare la giustificazione degli indennizzi successiva: in realtà  i risarcimenti che saranno in qualsiasi forma devoluti trovano la loro vera giustificazione nella necessità di compensare una o più comunità dei danni che la realizzazione del sito di stoccaggio comporterà, tanto più per quelle comunità che godono di situazioni socio-economiche soddisfacenti. Dare per accertato che la realizzazione del DN PT  e la devoluzione dei benefici comporti un potenziamento economico e sociale per le comunità interessate è tutto da dimostrare e frutto più di propaganda di modesto livello che di prospettive realistiche.

Fatta questa debita premessa,  suscitano forti perplessità le modalità con cui si pensa di compensare le comunità che accolgono il DN PT.

In mancanza di direttive internazionalmente codificate e in assenza di una specifica legislazione nazionale, Sogin si barcamena in una serie di esemplificazioni tratte dalle esperienze maturate in altri Paesi europei per far comprendere quali siano le quantificazioni possibili e le modalità di erogazione dei compensi. 

Per brevità è utile riportare la tabella riassuntiva di questa analisi elaborata dalla stessa Sogin:

Schermata 2021 03 08 alle 17.49.33

Al di là della disomogeneità della tipologia di Depositi analizzata, risulta evidente che il contributo economico è di modesta entità: varia da 1,2-3 milioni di euro a seconda delle fasi di realizzazione /gestione in Gran Bretagna, al milione e mezzo complessivo per il  Deposito di El Cabril, la cui metà è destinata alle municipalità confinanti, ad una cifra intermedia fra 880.000 e 2.500.000 annui per il sito belga di Dessel.

Non ci si deve impressionare per le cifre variabili da 9  a 20 milioni di euro annui per i Depositi francesi: queste cifre non sono destinati ai soli Comuni di Bure e l’Aube, ma agli interi Dipartimenti(equivalenti alle nostre Province) di cui fanno parte. Pertanto le cifre vanno valutate molto al ribasso per quanto sarà realmente corrisposto ai due Comuni in cui di Deposito sarà costruito.

Per quanto riguarda, infine, il deposito spagnolo di Villar de Canas, simile a quello che si dovrebbe realizzare in Italia, la cifra indicata in tabella ha valenza soltanto pubblicitaria dal momento che la realizzazione di quel deposito  è stata bloccata.

Va anche ulteriormente precisato riguardo ai siti sopramenzionati che le erogazioni non sono  destinate ai singoli cittadini ma si tratta per lo più di compensi indiretti che prevedono interventi sulle infrastrutture territoriali o agevolazioni fiscali.

Se dunque il comportamento nei vari Paesi europei appare disomogeneo e per alcuni aspetti criticabile, poco chiaro appare il quadro di riferimento in Italia.

In base al d.lgs 31/2010 è previsto che Sogin elabori una ipotesi di interventi compensativi per le aree che ospiteranno  il DN PT. In particolare il piano dovrà prevedere benefici “diretti alle persone residenti, alle imprese operanti nel territorio circostante il sito ed agli enti locali interessati, nonché la loro quantificazione, modalità e tempi del trasferimento, pubblicandola insieme alla Carta Nazionale delle Aree Potenzialmente Idonee e al progetto preliminare”.

Oltre i benefici diretti a persone, imprese ed enti locali, dovranno essere valutati come compensazioni anche le ricadute sui territori della presenza stessa del DN PT relativamente ai benefici occupazionali, potenziamento delle infrastrutture a servizio del DN PT, attività connesse e indotto eccomico in generale.

Per quanto riguarda la erogazione dei benefici economici in senso più stretto, relativi cioè ad una valutazione specifica in termini monetari, è prevista una suddivisione a livello territoriale: 10% alla provincia, 55% al comune, 35% ai comuni limitrofi, e alcuni criteri di elargizione.

I fondi cui si potrà attingere per soddisfare queste iniziative provengono da un macchinoso sistema di approvvigionamento derivante dalla applicazione di una  nuova componente tariffaria, la MCT( Misure di Compensazione Teritoriale), introdotta  dalla legge 314/2003 e applicata a partire dal 2014 dall’Autorità per l’Energia Elettrica e il Gas (oggi ARERA). Il 70 % delle somme accumulate è devoluto allo stato.

Fino ad ora le somme derivate dalla applicazione della nuova tariffa sono state devolute ai siti di deposito temporaneo esistenti sul territorio nazionale e suddivise in misura proprozionale alla radioattività residua di ognuno dei siti. Con l’entrata in esercizio del DN PT queste misure saranno trasferite progressivamente al territorio che ospita il DN PT, proporzionalmente alla entità dei rifiuti radioattivi trasferiti.

Per avere un’idea della quantità degli emolumenti plausibili, nel 2017 il totale delle somme acquisite con la tariffa MCT sono ammontate a 14,8 milioni di euro. Si tratta in sostanza di cifre grossolanamente paragonaili a quelle sopra riportate nella disamina degli altri siti europei.

Ma differentemente da questi la nostra legislazione non prevede che le compensazioni possano intervenire fin dall’inizio della realizzazione dell’opera, mentre diventano attive  soltanto dopo l’inizio dell’attività di conferimento e gestione dei rifiuti radioattivi. Per attutire questo gap sembra delinearsi l’orientamento a riconoscere  ai territori misure compensative in percentuale rispetto al costo titale dell’opera. Queste misure compensative sarebbero erogate esclusivamente in termini di opere civili e infrastrutturali e non come esborsi in denaro.

Stante all’analisi dei documenti Sogin non risultano chiare le modalità specifiche con cui si interverrà direttamente a favore degli abitanti dei territori, mentre molta enfasi si attribuisce al potenziamento delle infrastrutture  e alla capacità della presenza del DP PT di indurre vantaggi all’economia locale, al finanziamento di attività di controllo della sicurezza degli impianti.

Il confuso capitolo della documentazione relativo ai benefici economici e allo sviluppo territoriale è stato sintetizzato da Sogin in una ancora più confusionaria tabella riassuntiva e dalla spiegazione annessa:

Schermata 2021 03 08 alle 17.49.53

Le modalità di erogazione dei benefici diretti rispetteranno i seguenti principi generali:

- A partire dalla fase autorizzativa e per tutte le fasi successive dovrà essere garantito il finanziamento delle attività di coinvolgimento delle comunità locali. L’erogazione dei benefici economici destinati a questa finalità sarà quindi diretta ai soggetti che svolgeranno queste attività (informazione alle comunità locali, coinvolgimento degli stakeholder, verifiche indipendenti, ecc.). Un apposito regolamento e le opportune verifiche delle spese effettuate, eventualmente anche all’interno di organismi di partenariato fra Sogin, gli Enti e i portatori di interesse, garantiranno la gestione ottimale di queste risorse;

I benefici previsti a partire dalla fase di esercizio, saranno volti a sostenere il benessere socio-economico delle comunità locali nel lungo termine (forme di sostegno all’occupazione, sviluppo sostenibile, rifacimento di infrastrutture comuni, ecc.); quota parte di tali benefici dovrà essere indirizzata direttamente ai cittadini ed alle imprese secondo quanto previsto dall’Art. 30 del D.lgs. 31/2010, cioè attraverso una corrispondente riduzione del tributo comunale sui rifiuti o attraverso misure analoghe (sgravi fiscali, riduzione delle bollette elettriche, ecc.) tali misure sono da considerarsi aggiuntive rispetto alle misure che saranno stabilite per gli interventi di mitigazione di impatto ambientale individuati nell'ambito della procedura di VIA”.

Cercando di cogliere da questa confusa esposizione del modo di operare rispetto alla erogazione dei benefici non si può che cogliere una  somiglianza con i provvedimenti  soprariportati dagli enti preposti nei vari siti Europei analizzati, che tendono a privilegiare  come benefici le infrastrutture e sgravi fiscali o abbattimento dei costi delle utenze per gli abitanti dei territori.

In Italia il quadro sembrerebbe peggiorativo, sia per la mancanza di interventi diretti per gli abitanti nella fase iniziale di autorizzazione-costruzione sia per l’entità delle somme che saranno messe a disposizione. Il tetto di 15 milioni di euro indicati nella tabella sarà prevedibile esclusivamente quando il deposito sarà stato completamente saturato  dal conferimeno di tutte le scorie attualmente presenti sul territorio nazionale e allocate nei siti temporanei, che nel frattempo continueranno a usufruire dei benefici economici in rapporto alla quantità di materiale radioattivo residuo presente e non ancora trasferito. Si tratta quindi di un processo di adeguamento che durerà vari decenni, dopo la fine della costruzione del DN PT. Se si analizza il quantum economico e le suddivisioni previste che premiano non solo il comune che accoglie il sito, ma anche quelli limitrofi e la Provincia, appare evidente che il supporto economico sarà esiguo e centellinato nel corso di un lunghissimo periodo, quasi epocale, per raggiugere  i livelli massimi previsti. Infine, va considerato che l’apporto diretto a cittadini e imprese del territorio non risulta ancora neanche vagamente indicato, posto che il compenso economico  copre anche attività indirette come quelle atte ai controlli e alle verifiche “indipendenti”  sulla struttura.

In definitiva il quadro è  confuso e i ventilati benefici costituiscono un problema di valutazione complesso per gli amministratori locali che dovranno decidere sul loro comportamento nei confronti di eventuali scelte definiitive per la collocazione nei loro comuni del DN PT.

La sensazione che si trae dalla analisi della documentazione Sogin è che la realizzazione del DN PT, limitatamente al problema dei supposti benefici,  non sia garanzia di compensazioni adeguate per i territori coinvolti. L’inadeguatezza sarà tanto maggiore quanto gli eventuali siti scelti godranno di una situazione economica complessiva soddisfacente: in questi casi la sostituzione di molte attività economiche danneggiate dalla presenza del sito nucleare con la supposta economia indotta dalla presenza del DN PT non è credibile né logicamente plausibile.

Tutto questo è anche per alcuni aspetti evidente dalle giustificazioni qua e là inserite nel documento, alcune delle quali hanno la valenza di una “boutade”:

“Tra i benefici per il territorio che, sulla base di esempi simili realizzati in ambito internazionale, sono tipicamente compresi nel novero dell’insieme sopra descritto, rientrano quelli garantiti dalla mera presenza dell’infrastruttura (‘the facility itself’).Va infatti considerato che la realizzazione di una grande infrastruttura come il Deposito Nazionale e Parco Tecnologico, a partire dalla sua costruzione, porta con sé un significativo aumento della popolazione residente, dovuto al personale occupato stabilmente nell’infrastruttura stessa. Questo aumento della popolazione, costituito anche dagli eventuali nuclei familiari degli occupati, rappresenta una garanzia di maggiore volume economico complessivo nell’area, a beneficio di una vasta gamma di attività, compresa quella nel settore immobiliare.Va peraltro sottolineato che una stima precisa di tali effetti economici non è al momento disponibile, in quanto buona parte di questi dipendono dalle caratteristiche del territorio che ospiterà l’infrastruttura, al momento ignoto”.

Al di là del fatto che in tutti i documenti Sogin riguardanti la realizzazione del DN PT non si lesinano le affermazioni che la realizzazione dell’opera porterà ad un aumento del tasso di occupazione a favore degli abitanti del territorio, non si può non considerare che  l’aumento di popolazione qui  indicato  sarà favorito dalla presenza di lavoratori che provengono dall’esterno dei territori, rimarcando quindi che il beneficio non è a carico dei locali che potrebbero invece  addirittura trovarsi in competizione proprio con quegli addetti che provengono da altri distretti.

In definitiva  le conclusioni più concrete del documento Sogin riguardo ai benefici derivanti dal DN PT sono proprio nel titolo del documento stesso: si tratta di una “ipotesi” come abbiamo potuto verificare, niente altro che una ipotesi , a nostro parere confusa, che come tale può essere riveduta e corretta.

firma di giorgio