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Rifiuti Radioattivi: la Provincia di Viterbo si mette in gioco

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La recente pubblicazione della CNAI, la carta Nazionale delle Aree Idonee ad accogliere il Deposito Nazionale Unico dei Rifiuti Radioattivi , ha svelato, se ancora ce ne fosse stato bisogno, il rischio cui è soggetta la Provincia di Viterbo.

Sono state confermate 51 aree idonee in tutta Italia, di cui ben 21 nella Tuscia.

La Provincia ha finalmente messo mano al problema ed ha preso una posizione chiara nei confronti della possibile realizzazione del Deposito Nazionale nel proprio territorio. In particolare il 29 dicembre us si è svolta l’Assemblea dei Sindaci, chiamati a raccolta dal Presidente Romoli, e all’unanimità è stata votato un ordine del giorno che rappresenta in maniera chiara la posizione di contrarietà della Provincia alla scelta del territorio Viterbese quale sede del Deposito Nazionale e da’ mandato al Presidente di mettere in atto tutte le iniziative utili, anche di natura giudiziaria.

Si tratta di una posizione che deriva dall’analisi di quanto accaduto finora nel territorio provinciale, dove a partire dal 2021, grazie in particolare all’attività dei Comitati, Associazioni, Biodistretti e alcuni Comune si era iniziata una presa di posizione netta contro il Deposito Nazionale sul territorio.

La scelta di opporsi non era legata al trito ed abusato principio del “not in my back yard”, ma era fondata su specifici pareri derivanti da analisi prodotte da professionisti del settore, professori universitari di discipline coinvolte, legali.
Dal complesso delle valutazioni tecniche è emerso un quadro inquietante, che ha denotato gravi errori metodologici, incongruenza della programmazione con le normative vigenti, nessuna considerazione dei rischi sanitari, nessuna valutazione dei danni economici derivanti dalla realizzazione del Deposito.

Tutte queste ragioni sono state sottoposte dagli stakeholder della Provincia di Viterbo all’attenzione della Sogin durante il Seminario Nazionale, ma senza alcun esito sulla scelta finale delle aree idonee.

Analogamente tutte le altre Province italiane coinvolte nella CNAI, avevano partecipato al Seminario Nazionale, dichiarando unanimemente la propria contrarietà alle scelte della Sogin.

Del tutto recentemente, all’indomani della pubblicazione della CNAI, la Regione Toscana, la Sicilia , la Provincia di Matera e quella di Alessandria hanno ribadito con forza la propria contrarietà.

Era quindi indispensabile che anche la Provincia di Viterbo, quella più a rischio con i suoi 21 siti idonei, facesse sentire la propria voce.

Così è stato. Il testo della mozione, alla cui stesura abbiamo partecipato, dimostra ora chiaramente la volontà di resistere con tutte le iniziative ritenute idonee, fra cui anche quelle di ordine giudiziario.

Le alternative alle soluzioni indicate da Sogin nella CNAI esistono e lo stesso Ministro Pichetto Fratin ha dichiarato volerne usufruire.
La netta posizione della Provincia di Viterbo aiuterà ulteriormente il Governo a percorrere appunto quelle strade alternative, che ad oggi, vista la netta e intransigente posizione di contrarietà unanimemente espressa da tutte le 51 aree indicate da Sogin, rappresentano la più concreta soluzione ad un problema che è stato fin qui mal condotto.

L’autocandidatura si nuove aree idonee o il mantenimento delle scorie presso le sedi delle vecchie centrali nucleari o presso i siti attuali di stoccaggio temporaneo, rappresentano le soluzioni più plausibili grazie alle nuove integrazioni di legge e alle indicazioni della Guida Tecnica 30 di Isin.

E ‘auspicabile, che si arrivi ad una soluzione basata su una (auto)candidatura inattaccabile anche dal punto di vista formale e tecnico, al fine di evitare imposizioni, che alle strette potrebbero dipendere prevalentemente da motivazioni di opportunità politica, posto che l’Italia deve rispondere in tempi non più dilazionabili alle specifiche direttive europee in materia.

firma di giorgio