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Uno studio del Biodistretto smonta il piano scorie nucleari

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Uno studio del Biodistretto smonta il piano scorie nucleari
No fisso. Sono state presentate le osservazioni redatte dal comitato tecnico promosso dal Bio-distretto della Via Amerina e delle Forre contro il deposito di rifiuti radioattivi che deve essere realizzato, tra i territorio di Vignanello, Corchiano e Gallese.

Si tratta di una ricerca , tecnico- scientifica che contesta il progetto presentato dalla Sogin realizzata da docenti universitari e massimi esperti delle varie materie d’interesse e del territorio. In pratica le osservazioni tecniche, ribadiscono e rafforzano l’assoluta contrarietà alla realizzazione da parte delle comunità interessate e delle associazioni determinate a smontare il progetto:

«Il professor Scarelli – ha sottolineato il presidente del Bio Distretto Famiano Crucianelli - contesta la metodologia e i criteri, definendo quel lavoro come non serio. Il professor Caporali ha sottolineato come il territorio si sia dotato da tempo di un biodistretto, scelta consapevole di sostenibilità. Il professor Piscopo che analizza le acque e dimostrato la presenza di sorgenti, fondamentali per Corchiano e Gallese che se contaminate diventerebbero un problema».

Ma le contrarietà non finiscono li. Il professor Madonna ha preso un esame l'assenza di riferimenti analitici seri sul terreno geologico che sono basati su riferimenti risalenti al 1999, senza prendere in considerazione che il territorio è vulcanico. Il Geologo Mancini, che conosce il territorio, ha messo in evidenza la vacuità dei confini amministrativi, senza tenere conto del rischio sismico, perché un terremoto non prende certo in considerazione i confini tra Comuni. E’ stato messo in evidenza come l’ agricoltura di qualità vada in contrasto con una scelta del genere come ha evidenziato Slow food Lazio,« La Sogin – hanno fatto notare dall’associazione- non ha valutato questo fattore che è tra le caratteristiche per non inserire un deposito»”.

Non è stata nemmeno tralasciata la storia, la cultura e quindi il turismo, la cui qualità è alla base di tanti investimenti per sviluppare il patrimonio fatti negli anni. L'architetto Tombesi si concentra sull'area di Corchiano e ha messo in evidenza i vincoli esistenti.

«Oltretutto – ha detto ancora Crucianelli - ipotizzare un sito di scorie a confine con un'oasi WWF è qualcosa di ” . Infine l'Ordine dei medici, che ringrazio per il loro comunicato che evidenzia quanto sia contradditorio mettere un deposito di scorie radioattive in un luogo che ha già criticità naturali sul terreno, quali radon e arsenico, non è il caso di aggiungerne un'altra».

Ugo Baldi
Il Messaggero