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Se mettiamo i rifiuti radioattivi uccidiamo la Tuscia

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Viterbo – “Se mettiamo i rifiuti radioattivi, uccidiamo la Tuscia”. Dopo la presa di posizione delle confederazioni, iniziano a scendere in campo anche le categorie dei lavoratori. A partire dai Fai Cisl della segretaria territoriale Sara De Luca.

L’altro giorno la pubblicazione delle zone idonee ad ospitare un deposito nazionale dei rifiuti radioattivi e un parco tecnologico, “che permetterà – scrive il ministero dell’ambiente in una nota – di sistemare in via definitiva i rifiuti radioattivi italiani di bassa e media attività”. Le aree individuate sono in tutto 67, di queste 8 sono nella Tuscia: Ischia di Castro, Montalto di Castro, Canino, Tuscania, Tarquinia, Vignanello, Gallese e Corchiano.

Immediatamente dopo, una sfilza di organizzazioni hanno manifestato la propria contrarietà. Compresi tutti e tre i sindacati confederali, Cgil, Cisl e Uil, con l’intervento dei rispettivi segretari, Stefania Pomante, Fortunato Mannino e Giancarlo Turchetti.

La pubblicazione della Carta nazionale delle aree potenzialmente idonee (Cnapi) da parte della Sogin, società di stato che si occupa degli impianti nucleari e della messa in sicurezza dei rifiuti radioattivi, “di fatto dà l’avvio – scrive il ministero dell’ambiente – alla fase di consultazione dei documenti per la durata di due mesi, all’esito della quale si terrà, nell’arco dei 4 mesi successivi, il seminario nazionale. Sarà questo l’avvio del dibattito pubblico vero e proprio che vedrà la partecipazione di enti locali, associazioni di categoria, sindacati, università ed enti di ricerca, durante il quale saranno approfonditi tutti gli aspetti, inclusi i possibili benefici economici e di sviluppo territoriale connessi alla realizzazione delle opere”.

 “In base alle osservazioni e alla discussione nel seminario nazionale – prosegue il ministero – Sogin aggiornerà la Cnapi, che verrà nuovamente sottoposta ai pareri del ministero dello sviluppo economico, dell’ente di controllo Isin, del ministero dell’ambiente, della tutela del territorio e del mare e del ministero delle infrastrutture e dei trasporti. In base a questi pareri, il ministero dello sviluppo economico convaliderà la versione definitiva della Carta, ovvero la Cnai, la Carta nazionale delle aree idonee. La Cnai sarà il risultato dell’aggiornamento della Cnapi sulla base dei contributi emersi durante la consultazione pubblica. Sarà una procedura fortemente partecipata e trasparente, condotta coinvolgendo gli amministratori e i cittadini tutti, e al termine della quale potranno pervenire le candidature dei comuni”.

“Il deposito nazionale e il parco tecnologico – aggiunge la nota del ministero – saranno costruiti in un’area di circa 150 ettari, di cui 110 dedicati al deposito e 40 al parco. Il deposito avrà una struttura a matrioska. Nel dettaglio, all’interno di 90 costruzioni in calcestruzzo armato, dette celle, verranno collocati grandi contenitori in calcestruzzo speciale, i moduli, che racchiuderanno a loro volta i contenitori metallici con all’interno i rifiuti radioattivi già condizionati. In totale circa 78 mila metri cubi di rifiuti a bassa e media attività: si tratta dei rifiuti provenienti dal mondo civile e in special modo da quello medico e ospedaliero, dalle sostanze radioattive usate per la diagnosi clinica, per le terapie anti tumorali, ad esempio, da tutte quelle attività di medicina nucleare che costituiscono ormai il nostro quotidiano”.

“Noi viviamo soprattutto di turismo e di agricoltura – commenta De Luca -. Se mettiamo rifiuti radioattivi uccidiamo la Tuscia e l’immagine che diamo non inviterebbe più i turisti a venire sul nostro territorio. Noi viviamo di qualità ed eccellenza e dobbiamo tutelarle. Facciamo appello a tutte le istituzioni a battersi contro questa scelta”.

“Non distruggiamo il mosaico agroalimentare e le politica turistiche – conclude Sara De Luca -. Se cominciamo a parlare di rifiuti, mettiamo a rischio la presenza di turisti e tutto quello che è stato costruito in questa direzione nel corso degli anni. In termini di presenza e di qualità”.

Fonte: Tusciaweb - Daniele Camilli